Frequenta l’accademia di Belle Arti a Firenze e a Milano. Argomento della tesi di Lodola e successivamente punto di riferimento per il suo operato artistico sono i Fauves e Matisse. Successivamente, all’inizio degli anni ’80 e insieme ad altri artisti che si riuniscono intorno alla Galleria di Luciano Inga Pin a Milano, dà vita al movimento artistico che prende il nome di Nuovo Futurismo, di cui Renato Barilli è il principale teorico. Questa nuova corrente artistica, di cui fanno parte altri artisti italiani come Dario Brevi, ha come ispirazione e ripropone l’avanguardia storica basandosi sul concetto cardine dell’esaltazione della modernità, rielaborandola in nuovi canoni e con una spinta prorompente e onnipresente verso le nuove forme d’arte.
Lodola affianca l’arte visiva ad altre discipline: letteratura, musica, cinema, design. Si avvicina presto all’uso di materiali plastici che sagoma e colora con una tecnica personale attraverso l’uso di tinte acriliche. Più tardi la ricerca lo porta a cercare di inserire fisicamente la luce nei suoi lavori: nascono le sculture luminose, statue in plexiglas illuminate internamente con tubi luminosi, che caratterizzeranno tutta la produzione artistica.
Successivamente Lodola torna alla pittura ad olio, riproducendo su tela le proprie sculture, spesso a dimensione naturale: il tema più ripreso è quello della danza e delle ballerine, della Vespa e delle pin up, in stile retrò.
Dal 1983 Lodola espone in Italia e all’estero, tra cui a Milano, Roma, Bologna, Firenze, Lione, Barcellona, Vienna, Madrid, Parigi e Amsterdam.
Ha esposto al Padiglione Italia della 53ª Biennale di Venezia un’installazione luminosa ed ha partecipato alla 54ª Biennale di Venezia con il progetto a cura di Vittorio Sgarbi “Cà Lodola”, e successivamente alla triennale di Milano, nel 2009.
Le sue opere sono presenti in vari musei, e ha realizzato scenografie per film, trasmissioni, concerti ed eventi. In particolare è stato attivo nella moda e nel teatro, ha creato un manifesto per le olimpiadi invernali di Torino 2006 e per la facciata del teatro Ariston per il festival di Sanremo 2008.
Ha realizzato opere a scopo commerciale, benefico e meramente artistico. Da sempre Lodola ha una grande passione per la musica, tanto che in diverse occasioni ha affermato che il suo grande sogno sarebbe stato quello di diventare non un artista ma un musicista; questa sua passione rimane presente nelle sue opere. Ha collaborato in campo musicale con gli 883 e Max Pezzali (anch’essi originari di Pavia) realizzando la copertina dell’album Gli Anni, i Timoria e Omar Pedrini, Ron e Gianluca Grignani. Nel 2009 ha allestito a Milano, in collaborazione con il comune, in piazza del Duomo, il Rock’n’Music Planet con venticinque sculture che rappresentano altrettanti personalità della musica contemporanea. Si è occupato inoltre della scenografia della settima edizione di X Factor, e per il film Ti presento un amico di Carlo Vanzina e ha realizzato una scultura per il gruppo Hotel Hilton. Ha collaborato con diverse aziende, tra cui: Watch, Ducati, Coca Cola, Titan, Grafoplast, Harley Davidson, Riva, Illycaffè (che lo ha voluto tra i disegnatori scelti per dare vita alla collana “Tazzine d’autore”), Seat, Dash, Fabbri, Carlsberg, Nonino, e nella moda Valentino, Coveri e Vivienne Westwood, che ha voluto le sue opere come scenografia per le sue sfilate alla Milano Fashion Week 2011.
Nel luglio 2016 allestisce la scenografia per Il teatro del silenzio di Andrea Bocelli, nelle colline di Lajatico.
Nei primi mesi del 2018, Marco Lodola ha effettuato diverse installazioni a LED lungo Corso Matteotti a Pontedera; queste opere culminano con altre opere al PALP di Pontedera. Tra il 2017 e il 2019 risulta particolarmente attivo nella città di Alessandria, dove realizza delle opere per celebrare Giuseppe Borsalino, Napoleone Bonaparte e la battaglia di Marengo e Umberto Eco.
Anno di Nascita1955ProvenienzaDornoTecnicaPittura | Scultura