Nato a Roma nel 1951, pittore, scultore, incisore, membro dell’Accademia di San Luca dal 1995, si é occupato anche di editoria, fondando nel 1981 la rivista di arte e poesia “Cervo Volante”, la cui direzione fu affidata dapprima a A. Spatola, poi a E. Sanguineti ed infine ad Achille Bonito Oliva. Eredita la sensibilitá artistica dalla famiglia che, dopo il bisnonno Basilio, vede impegnati nell’arte anche il nonno Tommaso e il padre Pietro, per citare solo alcuni nomi. La sua prima personale data 1985 e ad oggi Cascella vanta piú di cento mostre. Tra il 1995 e il 1999 partecipa ad alcune tra le piú importanti rassegne nazionali come la Biennale di Scultura di Gubbio, la Quadriennale di Roma, la Biennale di Xilografia al Castello di Carpi. Espone anche alla Reggia di Caserta, Palazzo dei Priori di Certaldo, al Palazzo Orsini di Bomarzo ed in altre realtá museali in diverse città estere come Tokyo, New York, Francoforte, Taiwan.
Nel 2011 partecipa con la grande scultura “Cielo Rovesciato”, alla 54^ Biennale di Venezia, nella sezione di Roma presso Palazzo Venezia con grande successo di critica. Nel novembre 2012 espone a Palazzo Aldobrandini a Roma per il progetto “Arte in regola” e nello stesso mese é a Berlino e Firenze con la mostra “Calendiario”. A dicembre 2013 la personale prosegue a Pescara alla Galleria Arte Pentagono.
Le immagini astratte di Cascella sono costruite da linee in tensione, da figure geometriche anomale, in equilibrio instabile. La sua arte sfugge a qualsiasi etichetta e, forse, é proprio lui a spiegarci il perché quando dice: “…accolgo sulla tela la vita e le mie mani raccontano cose che non só, veritá che rimangono oscure e indicibili se non con balbettii, segni, colori, graffi, simboli…”. Questa indicibilitá del vivere si riflette sulle opere, che sono ora composizione cubista della figura umana, ora gioco astratto di linee e forme che guidano lo sguardo fuori dai limiti del quadro, ora evocazione di un’antica e primordiale comunicazione segnica. A volte le tecniche adottate rendono i quadri tridimensionali, esponendoli ad un gioco “tattile” che sorprende e stupisce, coinvolgendo cosí tutti i sensi nell’osservazione. Con collages, incisioni, graffi e colori vivaci, infatti, Tommaso Cascella fa vibrare le opere di vita propria, come se fossero dei piccoli teatri su cui va in scena il tempo che scorre, la vita che sfugge. Infine ci sono le sculture, innervate dal suo inconfondibile “segno”, sempre alla ricerca di linguaggi e materiali diversi spaziando persino nel mondo dell’oggetto di design.